Noi-r(se) is the new black
Scendo di casa e l’aria è gelida, entra nei polmoni e ti
brucia dentro. Le mani non le sento più, una sensazione quasi da arto fantasma.
Per tenermi sveglio (mi sono svegliato “solo” da un’ora e mezza e sono “solo”
alla prima macchinetta di caffè) ripenso a tutto il Noir che mi piace, al Noir
classico, vecchio stile: la strada, le botte, le bevute, i tipi loschi e
violenti, le belle donne pericolose, i morti ammazzati da raccogliere con la
ruspa.
Pile di morti ammazzati.
La strada è deserta il sabato mattina, ti lascia vagare liberamente col
pensiero, il freddo ti entra nella testa e lo “stream of consciousness” ti
porta in automatico da tutte le parti e da nessuna parte in particolare.
Se penso al Noir, nel fumetto, il primo che salta alla mente è Blacksad, se non
si conosce quello allora non so di cosa stiamo parlando.
Un gatto nero detective? Sì, in "Blacksad" è così e funziona alla grande. |
Seguendo questa logica
penso: “sì, ma devi conoscere anche Torpedo”. Bernet ha realizzato e disegnato
il perfetto archetipo del “gumshoe”.
Da lì il cervello parte per la tangente e pensa a Bogart, il Sam Spade
perfetto, il Falco Maltese, Dashiell Hammett. Uno dei migliori (se non il
migliore) dialoghisti che abbia mai letto. Un grande tra i grandi. Certamente
uno dei miei autori preferiti (tra l’altro grande sceneggiatore).
Pensando alla carriera hollywoodiana di Hammett torno al fumetto e penso a
Fatale. Sul terreno Noir Brubaker dà il meglio di sé.
Già dalla cover si capisce che il protagonista avrà la sua dose di guai. |
Però non c’è Hammett senza Chandler, o meglio, non c’è Chandler senza Hammett.
E senza loro probabilmente noi non avremmo avuto Scerbanenco. Non ci sarebbe
stato Jack Ritchie, di cui si parla sempre troppo poco.
Tutto l’immaginario di un mondo popolato da detective
sull’orlo dell’alcolismo. Che prendono botte a destra e a manca, ma alla fine,
in un modo o nell’altro, portano a casa pelle e pagnotta. Un mondo di
“punchline” e di pugni nella faccia e nello stomaco. Un mondo di belle donne
dal grilletto facile. Un mondo passato, che potrebbe esserci stato, o forse no,
ma anche chi se ne frega. Io ci voglio credere, è come la mitologia. È un mondo
magico, ti prende, ti sballottola da tutte le parti, ne esci che vorresti
andare a fare a cazzotti e berti una bottiglia di whiskey a colazione.
Tutto questo.
Tutto questo è dentro il mio cervello che ronza e si agita
da anni. David (Ferracci) mi ha dato la possibilità e l’occasione di aprire la
gabbia e di farne uscire questa cacofonia di situazioni e personaggi. Insieme abbiamo creato un mondo che non è mai
esistito ma che poteva esistere (forse?), ed è stato una cosa fantastica.
Giocare con la storia, con la fantascienza e il noir è stata una grandissima
occasione. Un’occasione per divertirsi e per creare qualcosa di diverso. David
poi (anche se forse non lo ammetterebbe mai) sta facendo delle cose
spettacolari. Io non vedo l’ora che questa creatura infernale venga alla luce.
Spero solo che vi divertiate tanto quanto ci siamo divertiti noi.
"Black Knot" - TAV.1 - Giovanni Fubi Guida e Davìd Ferracci. |
Giovanni Fubi Guida: one man show del mondo del fumetto (sceneggiatore - disegnatore - colorista - letterista). Firma la sceneggiatura di "Black Knot" su soggetto di Davìd Ferracci, disegnatore del fumetto.
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