INTERVISTA SEMI-SERIA DI GIOVANNI CAMPODONICO ALLA NOISE PRESS - Parte Prima

Giovanni Campodonico
Noto Batmanologo - Blogger sui fumetti (Comicsverse101) - Campione del popolo

Se i fumetti di supereroi ci hanno insegnato qualcosa, è che le origini segrete sono importantissime. Quali sono quelle della Noise Press?  
Luca Frigerio: Le origini segrete della Noise sono così segrete che tutto è avvenuto alla luce del sole.
Ai tempi lavoravo in una cooperativa cinematografica e tra i vari progetti producemmo un cortometraggio horror dal titolo "Dead Blood" e, come si suol dire, tutto il resto è Noise. 

Magari sono io che ci vedo cose che non ci sono, ma io vedo la Noise un po' come l'Image comics prima maniera. Tutto vero, o devo farmi vedere da uno bravo?  
L.F.: Per me è un grandissimo complimento, a questo punto mi arrogo il diritto a essere il Rob Liefeld italiano:

Rob Liefeld in tutto il suo splendore

vero che non so disegnare ma anche l’originale americano mica scherza (anche se è un grande soggettista)! Creando la Noise avevamo bene in mente che tipo di casa editrice volevamo essere e l’Image incarnava i nostri desideri: una casa editrice dove l’autore è al centro di tutto, rendendo consapevole di tutti i vari aspetti della creazione del proprio albo. Come altro nume tutelare vorrei ricordare anche la Caliber Comics di quel genio mai troppo osannato di Gary Redd!  

Fumetti Horror, futuri distopici, Steampunk, Fantasy... avete un qualcosa per quasi tutti i generi. C'è un tipo di fumetto che vorreste fare assolutamente, e uno che invece non vorreste mai avere nel vostro catalogo?  
L.F.: Se dico un fumetto brutto è troppo facile? Per fumetto brutto intendo un fumetto senza la giusta cura e senza il rispetto verso il lettore, ma anche verso l’autore stesso. Come tematiche siamo aperti a tutto anche se, chiaramente, l’impronta action è essenziale. A tal proposito vorrei specificare che per noi l’accezione action non intende solo combattimenti con grosse pistole e grosse esplosioni ma è (anche) un modo di vivere -tipo, c'è gente che vive in perenne agitazione, la famosissima "Action Agitation". 
Quello che vorremmo fare? Personalmente avrei voluto pubblicare Hellboy, oppure mi sarei "accontetato" di Enigma. Purtroppo ci ho pensato troppo tardi. 
  
Se doveste sintetizzare la Noise Press in un motto, quale sarebbe? E non vale “E' tempo di distruzione", quello lo hanno già usato 
Alessandra Delfino: All'inizio il nostro motto sono sicura sarebbe stato "Minchiaregà!": come spiegherò più avanti, in principio ci siamo buttati in questa avventura con tutta l'Action Agitation del caso. 
In seconda battuta avremmo proseguito con un più esaustivo "Minchia!", dove minchia ha due differenti accezioni: 
1) Minchia, però siamo bravi! 
2) Minchia, ma non potevamo spacciare droga come tutte le persone normali? 
Adesso siamo fieri di proclamare un più fine ed assennato "MINCHIA!". 

Questa è una domanda controversa, ma la faccio lo stesso: per la Noise viene prima il testo, o il disegno di un fumetto?  
L.F.: Se lo chiedi a me che sono sceneggiatore la risposta parrebbe scontata. In realtà per fumetti poco conosciuti o con autori non (ancora) famosi il disegno è la chiave di volta per avvicinare i lettori. Nulla di scandaloso: è vero che molte volte un libro si giudica dalla copertina. Ma senza buoni sceneggiatori non si va lontano. La cosa bella del fumetto è che non puoi mentire ai lettori, difficilmente si fanno fregare da un contenitore vuoto, può essere un fumetto venuto male o persino brutto ma un fumetto simile sarà sempre meglio di mere operazioni di marketing. 

Fatemi mettere gli occhiali da uomo anziano, e Genovese (perché siamo tipicamente lamentosi), e fare questa domanda: mperché pubblicare proprio fumetti?  
L.F.: Perché questo sappiamo fare: cioè speriamo di saperlo fare… Sembrerà un discorso nazionalista ma siamo un paese che esporta una marea di sceneggiatori, disegnatori, coloristi in Francia e negli Usa (negli Stati Uniti pochissimi sceneggiatori, a dir la verità), vuol dire che abbiamo una quantità di autori che molti paesi neanche si sogna. Partendo da questo dato, voler produrre fumetti senza importarli è stato il passo successivo: volevamo creare i fumetti che avremmo voluto leggere… oltre la possibilità di avere i pass alle convention di fumetti e bullarci alle riunioni con gli editori dei manuali di idraulica. 


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